Estetica in odontoiatria Il colore dei denti

Estetica in odontoiatria. L’importanza estetica dei particolari

Lo studio del colore dei denti è da sempre stata una sfida importante fin dai primi anni del 1900.

Estetica in odontoiatria

Ancora oggi il successo nel ripristino estetico dei denti passa per 80% dalle caratteristiche della tinta base dalle sfumature e caratterizzazioni che l’odontoiatra estetica riesce a dare alle ricostruzioni.

L’altro 20% è dovuto a forma, dimensione e caratteristiche micro che macro anatomiche del dente.

Lo studio del colore è quindi uno dei primi atti fondamentali che il professionista deve fare per ottenere risultati estetici elevati che portano ad una integrazione naturale dei restauri all’interno del cavo orale.

L’estetica in odontoiatria passa per lo studio del colore, delle forme e dell’anatomia  dei denti.

Con l’avvento di materiali sempre più performanti, si può parlare, oggi,  di integrazione biomimetica dei restauri protesici, che siano essi composti da  intere arcate o anche solo di semplici otturazioni.

Fermo restando che per un estetica biomimetica non basta solo la scelta giusta del colore, vediamo di approfondire come è composta la tinta di un dente.

Cosa è il colore ?

Bisogna cominciare col dire che il colore in genere è il risultato dell’ incontro della luce con un oggetto il quale può rifletterla/assorbirla completamente o parzialmente o riflettere/assorbire solo alcune frequenze del suo spettro luminoso.

In base a questo comportamento l’occhio umano vedrà i diversi colori che risulteranno da questa
interazione.

Come interagisce la luce con i denti

Per quanto riguarda un dente le cose sono un pò più complesse.

La superficie di un dente è sia assorbente che riflettente su più strati, pertanto alcune delle frequenze della luce vengono riflesse/assorbite dallo strato superficiale, lo smalto, mentre altre vengono riflesse/assorbite dallo strato più profondo, la dentina.

Tra lo smalto e la dentina si trova uno strato proteico di unione chiamato giunzione amelo-cementizia, che ha un ruolo molto importante nella riflessione della luce che lo attraversa.

Inoltre le onde riflesse dagli strati profondi del dente, vengono ancora assorbite/riflesse durante il loro tragitto di ritorno verso gli strati superficiali.

Si realizza così una condizione di riverbero delle onde luminose il cui risultato finale è appunto il colore con tutte le sue caratteristiche.

Inoltre il dente ha una propria fluorescenza e opalescenza naturale.

Quindi concetti come translucenza, fluorescenza, rifrazione e riflessione sono fondamentali in odontoiatria estetica per comprendere appieno l’interazione della luce con i tessuti dentali.

Munsell e Clark

La determinazione del colore  in odontoiatria si basa ancora su concetti sviluppati dal pittore americano Munsell  nel 1898 e applicati al settore odontoiatrico da Clark nel 1930.

Munsell suddivide il colore in tre dimensioni fondamentali che sono:

la tinta, che definisce  il colore di base,

la croma che è l’intesità del colore base,

il valore che definisce il grado di luminosità del colore base, il nero luminosità minima il bianco luminosità massima.

In odontoiatria queste caratteristiche vengono rilevate con dei campionari base.
Il più usato tra questi, tanto da diventare uno standard di riferimento è il campionario Vita.

Tutto quello che è stato detto, anche se tutt’ora valido e  universalmente utilizzato, è insufficiente per determinare tutte le sfumature di colore e caratterizzazioni che si trovano in un dente, pertanto, nell’ ultimo decennio si è sviluppato un sistema ancora più complesso per la rilevazione del colore che fa riferimento agli studi di molti autori tra i quali in Italia quelli del Dr. Vanini.

Estetica in odontoiatria. Le cinque dimensioni del colore

Tale approccio prende in considerazione cinque dimensioni del colore con le quali si possono rappresentare tutte le sfumature e le caratterizzazioni proprie di un dente.

Estetica in odontoiatria

Alla base di queste dimensioni vi sono quattro tonalità cromatiche che racchiudono tutte le variabili che si possono trovare nella popolazione e sono il:

Giallo-Arancio

Bianco

Blu

Ambra

Tali tonalità le troviamo con diversa intensità in tutti gli strati dentali e vanno a costituire nell’ insieme le cinque dimensioni del colore.

Queste sono:

La cromaticita = tinta e sua intensità.

E’ espressione del colore che traspare dall’interno del dente dagli strati più profondi della dentina.

Tale cromaticità di base accentua la sua intensità mam mano che si scende verso la radice.

Il valore = luminosità dello smalto.

Estetica in odontoiatria
Le cinque dimensioni del colore

Varia con l’età e generalmente è più chiaro nei giovani (valore alto ) e più scuro negli anziani (valore basso).

Intensivi = macchie bianche si troviano nello smalto  sopratutto nei giovani.

Opalescenze = colorazioni grigio blu  nei giovani, giallo-ambra piu o meno intensi negli adulti e negli anziani.

Caratterizzazioni = la distribuzione delle varie macchie e colori nel dente che è differente tra giovani adulti o anziani.

Come si fa a riportare su un dente tutti i concetti sopra esposti ?

Esistono protocolli di ricostruzione in odontoiatria estetica ben specifici per ogni esigenza clinica che si presenta in uno studio dentistico (vedi Otturazioni in composito estetico).

Ognuno di questi si basa sempre sulla tecnica della stratificazione delle masse e l’utilizzo di diversi strati di composito differenziate in  dentina,  smalti e intensivi.

Con l’utilizzo sapiente in diversi spessori e colori di tutte queste masse composite, si possono realizzare tutte quelle sfumature di cromaticità, trasparenze, translucenze, e caratterizzazioni che abbiamo su esposto.

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